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Arriva la service tax: ingloberà anche Ici, escluse le prime case.

Italcase.it
29 apr 2010
Circolari
Di resuscitare l'Ici sull'abitazione principale «non c'è alcuna intenzione»; il futuro dei bilanci comunali si baserà sulla «service tax», il tributo unico che dovrà servire a finanziare i servizi garantiti dai sindaci sostituendo i vari trasferimenti statali oggi in campo. Il mantra contro il "pericolo" Ici riemerge puntuale a ogni appuntamento importante sulla strada dell'applicazione del federalismo fiscale, e ieri l'audizione di Calderoli non ha fatto eccezione. Proprio questa polemica, l'anno scorso, aveva impedito di parlare chiaro già nella legge delega della riunificazione dei tributi immobiliari per costruire la service tax, ma il traguardo rimane quello. L'autonomia tributaria degli enti locali, con la tassa unica nel ruolo di protagonista e con il fisco provinciale alimentato dalle tasse sull'auto in quello di comprimario, dovrebbe valere intorno ai 16 miliardi di euro, cioè l'importo degli assegni che oggi a vario titolo arrivano in comune e provincia dallo stato. La traduzione pratica di questa strategia sarebbe dovuta arrivare con il primo decreto attuativo, ma poi prudenza ha consigliato di debuttare con il capitolo, apparentemente più leggero, del federalismo demaniale, e l'appuntamento è ora in calendario per settembre. L'insistenza sul «no» all'Ici, comunque, sembra rassicurare anche i proprietari immobiliari, che per bocca di Confedilizia si mostrano più possibilisti rispetto al passato: «Accogliamo la proposta di Calderoli – spiega il presidente, Corrado Sforza Fogliani –, ma perché il sistema funzioni sono indispensabili una correlazione ferrea tra richieste e servizi e criteri standard di imposizione». In provincia, invece, la crisi ha insegnato a preoccuparsi del carattere troppo «ciclico» del fisco automobilistico, che in tempi difficili vede crollare il gettito. Per le regioni l'orizzonte è il superamento dell'Irap, che con i suoi 34 miliardi all'anno (23,5 dai privati) copre più dell'80% del fisco regionale e offre il pilastro delle entrate proprie dei governatori. Il «superamento» dell'Irap teorizzato dal governo, però, è ancora di là da venire, e anche nei primi anni del federalismo la vecchia imposta sulle attività produttive costituirà, insieme alle compartecipazioni Irpef e Iva e alla perequazione, una delle tre gambe dei conti regionali. La prima partita, comunque, si gioca in casa dei sindaci, e anche senza tornare a battere cassa dalle parti dell'abitazione principale si fonderà sul riordino del fisco immobiliare. Oltre al gettito locale rappresentato dall'Ici sopravvissuta ai tagli e dalla tassa rifiuti, che insieme valgono poco più di 14 miliardi di euro, il mattone porta nelle casse statali oltre 43 miliardi, targate soprattutto Irpef, Iva e imposte di registro e ipocatastali (le tre voci valgono otto miliardi ciascuna). Per far funzionare i comuni senza dipendere dallo stato, la strategia è quella di portare sul territorio qualcuna di queste imposte: Iva, imposte ipotecarie e catastali appaiono le più restie a questo trasferimento, anche perché il prelievo scatta con la compravendita ed è quindi soggetto a dinamiche del mercato che da un anno all'altro possono offrire sorprese. Si tratta di un problema secondario per i comuni più grandi, dove le dimensioni del mercato aprono un paracadute per queste oscillazioni, ma in uno dei quasi 6mila comuni "polvere" un anno avaro di acquisti immobiliari rischierebbe di far capitolare i bilanci. Accanto a campioni come l'Irpef, comunque, il fisco del mattone è ricco di attori solo apparentemente di seconda fila, dalle accise sull'energia alle sostitutive sui mutui, che possono dare una mano cruciale. Accanto ai tributi propri, il secondo motore delle entrate locali sarà spinto dalla compartecipazione, soprattutto sull'Iva; a favorire questa soluzione è la sua funzione «responsabilizzante», sul presupposto che le amministrazioni inefficienti non favoriscono commercio e industria, e quindi impoveriscono il gettito dell'imposta.

Fonte: Il Sole 24 Ore